A kinetic audio-visual installation by Matteo Castiglioni 

Making traces investigates the possible relationships between sign and sound, trying to bring as much as possible to the time of the composition to that of the execution, creating a score in continuous creation, execution and variation. The center of this installation is a machine able to react to the environmental visual stimuli. The four large transparent panels in continuous movement represent the focus of the environment, which is the point towards which the machine is more attracted. These allow you to modulate the light, creating bright configurations in continuous variation. The sequence of installation procedures is circular and is determined by three main processes: the first is that of environmental analysis, which is performed by a camera able to map the space, for the search of the lines; the second process is in sign form and concrete answer to this analysis. The gesture corresponds to a graphic sign that is drawn by the machine, which corresponds to a sound wave which is amplified, processed and spatialized in the surrounding environment. The last process corresponds to the reconfiguration of the light that is projected in the space. In this way, along with the movement of the panels and the camera, it was possible to create a system able to generate bright configurations, gestural, graphic and sound in continuous variation. The actual programming is based on a cyclic structure, the light configurations are divided into eight scenes, which last for one to three minutes, for a total duration of approximately sixteen minutes. 


Making traces è un’installazione cinetica audio-visiva che indaga le possibili relazioni tra segno e suono, cercando di avvicinare il più possibile il momento della composizione a quello dell’esecuzione, creando una partitura in continua creazione, esecuzione e variazione. Il centro di questa installazione è una macchina in grado di reagire agli stimoli visivi ambientali. I quattro grandi pannelli trasparenti in continuo movimento rappresentano il focus dell’ambiente, ovvero il punto verso cui la macchina è maggiormente attratta. Questi permettono di modulare la luce creando configurazioni luminose in continua variazione. La sequenza dei procedimenti dell’installazione è di tipo circolare ed è determinato da tre processi principali: il primo è quello di analisi dell’ambiente, che viene svolto tramite una telecamera in grado di mappare lo spazio, per la ricerca delle linee; il secondo processo è la risposta in forma gestuale e concreta a questa analisi. Il gesto corrisponde a un segno grafico che viene tracciato dalla macchina, il quale corrisponde a un gesto sonoro che viene amplificato, processato e spazializzato nell’ambiente circostante. L’ultimo processo corrisponde alla riconfigurazione della luce che viene proiettata nello spazio da parte del suono. In questo modo, insieme al movimento dei pannelli e della telecamera, è stato possibile creare un sistema in grado di generare configurazioni luminose, gestuali, grafiche e sonore in continua variazione. La programmazione attuale si basa su una struttura ciclica, le configurazioni luminose sono divise in otto scene, le quali durano da uno a tre minuti, per una durata totale di circa sedici minuti.
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