AN A/V PROJECT BY MATTEO CASTIGLIONI
Prodotto per Artefici del nostro tempo, Comune di Venezia, Marzo 2023
«Le nuove tecnologie appaiono e scompaiono continuamente, offrendoci scorci non filtrati della vita in parti del mondo che probabilmente non visiteremo mai, tanto meno capiremo.”
Partendo dal tema fondante della Biennale Architettura 2023, curata da Lesley Lokko, la composizione audiovisiva di Matteo Castiglioni indaga la percezione del reale, oscillando costantemente fra molteplici piani tridimensionali che vengono duplicati, rispecchiati e tradotti tramite rendering 3d.
“Come è possibile immaginare il futuro, se non conosciamo realmente il presente? “
“Come è possibile immaginare il futuro, se non conosciamo realmente il presente? “
Partendo dalla definizione di finestra [“Apertura nella parete esterna di un edificio per dare luce e aria all'interno, consentendo in genere anche la vista verso l'esterno”], quest’ultimo viene sviluppato sino a diventare una proiezione del reale “the window is the screen”, in un gioco di scatole cinesi all’interno delle quali il punto di origine non è noto.
All’interno del lavoro, un frammento di discorso contenuto nel lungometraggio “Things to Come” del 1936 diretto da William Cameron Menzies, nel quale viene raccontata la vita futura attraverso l’utilizzo di una finestra/schermo hi-tech, permette di leggere l’intero lavoro.
All’interno del lavoro, un frammento di discorso contenuto nel lungometraggio “Things to Come” del 1936 diretto da William Cameron Menzies, nel quale viene raccontata la vita futura attraverso l’utilizzo di una finestra/schermo hi-tech, permette di leggere l’intero lavoro.
Utilizzando una tecnica di manipolazione tridimensionale di un’immagine bidimensionale, nota come “projection mapping”, l’intera opera si sviluppa all’intero di un’unica scena, nella quale si coglie un’atmosfera inquietante e misteriosa dove il tempo è sospeso e domina un senso di straniamento.
L’intera scena è stata costruita tramite l’utilizzo di materiali virtuali creati utilizzando dettagli fotografici scattati nel padiglione della meditazione all’interno del Memoriale Brion di Carlo Scarpa.
La finestra è lo schermo, space is only noise.